Da anni ormai la presenza della Lancia sul mercato è circoscritta a un solo modello: la Ypsilon. Eppure il marchio di Chivasso ha una storia antica e prestigiosa grazie a una lunghissima lista di vetture spesso di straordinaria eleganza che hanno attraversato tutto il secolo scorso e gli inizi del nuovo millennio. Tutto ebbe inizio quando nel 1906 Vincenzo Lancia fondò a Torino la sua azienda. La denominazione ufficiale era Lancia & C. Nel 1908 parte la produzione con l’esposizione al salone di Torino della 12 HP (poi rinominata Alfa, la prima lettera dell’alfabeto greco) che ottenne un buon successo visto che se ne vendettero 108 esemplari (alcuni esportati in Inghilterra e negli Stati Uniti).
La Lancia continuò perciò a lavorare sui suoi progetti dando vita negli anni a seguire a diversi modelli, come la 15/20 HP (poi Beta ), la 20 HP (Gamma), la 20/30 HP (Delta) e altre ancora. Da subito le Lancia si distinsero per i contenuti tecnici di grande spessore che tra l’altro permisero di ottenere anche ottimi risultati sportivi in Italia e all’estero, pur se mai in forma ufficiale. Dopo la parentesi della prima guerra mondiale durante la quale Lancia realizzò anche autocarri e mezzi militari, l’azienda tornò a produrre veicoli. Nel 1922 il primo capolavoro di Lancia: la Lambda. Prima vettura al mondo con telaio a scocca portante e non più a longheroni e traverse. E con sospensioni anteriori a ruote indipendenti. La produzione proseguì senza interruzioni e nel 1934 Vincenzo Lancia commissionò ai tecnici lo studio di una vettura aerodinamica (un aspetto in quegli anni trascurato), dalla cilindrata ridotta, leggera e con buone prestazioni. Il motore era un 4 cilindri a V di 1,4 litri da 48 CV.
Fu così che iniziò a prendere forma la rivoluzionaria Aprilia il cui primo prototipo uscì dagli stabilimenti nel 1936. Fu un successo che Lancia però non poté gustare: nel febbraio del 1937 moriva infatti a soli 57 anni. La lunga avventura commerciale dell’Aprilia terminò nel 1949. Dopo la morte di Vincenzo seguirono anni difficili fino al 1947 quando l’azienda passò nelle mani del figlio di Vincenzo, l’ingegner Gianni. Nel frattempo all’orizzonte si sta profilando l’arrivo di un altro capolavoro, l’Aurelia che verrà presentata al Salone di Torino del 1950 e commercializzata con il nome di Aurelia B20 l’anno successivo. Era una coupé molto elegante e il successo fu ancora una volta immediato. Anche in campo sportivo e che culminò con la vittoria al Rally di Montecarlo del 1954. La B24 Spider nacque nel 1955, mentre la berlina Appia vide la luce sempre a Torino ma nel 1953.L’Appia rappresentava la proposta per così dire media della gamma Lancia e restò in produzione per molto tempo, fino al 1963 quando uscì la la sua erede: la Fulvia. Ma un altro fatto importante scandisce la storia dell’azienda: nel 1959 a causa di una lunga serie di vicissitudini, la famiglia Lancia cede il controllo del marchio che diventa di proprietà dell’industriale Carlo Pesenti. Ciononostante dalla fabbrica continuarono a uscire auto importanti quali la Flaminia, la Flavia e la Fulvia (quest’ultima realizzata nel nuovo impianto di Chivasso), modello che nella versione coupé ottenne straordinari risultati anche in ambito sportivo.
Nel 1969 la famiglia Pesenti ormai non più in grado di investire risorse, cede l’azienda a Fiat ad un prezzo simbolico. Poco dopo nasce la Beta (1972) prima berlina, poi coupé e fastback e tre volumi (la Trevi) e nel 1976 l’ammiraglia Gamma. Negli anni settanta - ottanta nacquero inoltre svariate vetture da competizione, quali la Beta Montecarlo Turbo e la Stratos, una straordinaria macchina da rally con motore 6 cilindri di origine Ferrari.
Nel 1979 è la volta della compatta Delta disegnata da Giorgetto Giugiaro che restò in produzione per ben 14 anni. Il 1984 segna il debutto di un altro capolavoro, forse l’ultimo, di Lancia: la Thema che ottenne un successo eccezionale sia in versione berlina che station wagon. A Ginevra nel 1985 arriva l’antesignana dell’attuale, unica, Lancia: è la compatta Y10 che sancisce l’ingresso della Casa di Torino Lancia nel settore delle city car, pur se in Italia e in altri Paesi venne inizialmente commercializzata con il logo Autobianchi.
Negli Anni 90 le vendite iniziarono a calare progressivamente innescando una crisi dalla quale Lancia non si risollevò mai più completamente. Arrivarono la Lybra, la Phedra, la Thesis, ma i risultati furono tiepidi. All’epoca si distinse solo la seconda generazione della Ypsilon (2003). Altrettanto modesto l’esito del nuovo progetto Delta (2008) che voleva ridar vita ad un modello di grande successo: nonostante l’originalità della linea e i buoni contenuti tecnici, la vettura non ottenne mai grandi riconoscimenti. E venne ben presto abbandonata al suo destino. In seguito, nel 2009, l’accordo che ha portato alla nascita di FCA,la gamma Chrylser in Europa è stata associata a Lancia: in realtà vennero soltanto cambiati i loghi e, ad esempio, la Chrysler 300C si trasformò nella nuova Lancia Thema. Troppo poco per risollevare il destino di un marchio che avrebbe meritato ben altre attenzioni.