La tradizione vuole che l’azienda Lamborghini sia nata in seguito ad una lite tra Ferruccio Lamborghini (il fondatore) e Enzo Ferrari. Ferruccio all’epoca possedeva una Ferrari 250 GT e non era pienamente soddisfatto della trasmissione, così si recò a Maranello per parlare del problema. Ma evidentemente i consigli non sono stati graditi dal Commendatore.... Così Ferruccio ferito nell’orgoglio fondò una azienda di auto sportive parallela a quella di trattori che già possedeva. Nel 1963 nacque ufficialmente la Lamborghini e il suo stabilimento a Sant’Agata Bolognese, tuttora unica sede di produzione e sviluppo. Il titolare mise insieme una squadra di tecnici molto preparati che comprendeva tra gli altri Giampaolo Dallara per la parte telaistica. Il risultato fu la 350 GT, prima vettura prodotta in serie dalla casa. Si trattava di una granturismo a due posti che riscosse un discreto successo e fu immediatamente seguita dalla 400 GT nel 1966.
Nello stesso anno Ferruccio decise di produrre la Miura, un’icona di stile firmata da Marcello Gandini. Ebbe un successo straordinario anche nelle vendite, l’apprezzarono critica e pubblico tanto che rimase in produzione fino al 1973. Dopo pochi anni di vita Lamborghini aveva già lanciato sul mercato diversi modelli di successo, ma era necessario disegnare un’erede della Miura. Nel 1974 nacque così la Countach un po’ in ritardo rispetto ai piani. La causa di questo intoppo è da attribuire al successo della Miura che continuava a ricevere ordini e soprattutto dall’abbandono di Ferruccio dall’azienda. Il fondatore decise infatti di cedere il posto e occuparsi dell’azienda storica di trattori che negli ultimi anni si trovava in una situazione economica complicata. La Countach fu insomma prodotta nel peggior momento possibile durante la crisi petrolifera che compromise la produzione di vetture sportive.
A risollevare in parte le sorti della casa di Sant’Agata ci pensò BMW che aveva in cantiere il progetto di una supercar. La casa dell’elica ordinò così la produzione di 800 esemplari (equivalenti a tre anni di lavoro per Lamborghini) di M1 Procar. Secondo gli accordi la casa bavarese avrebbe fornito esclusivamente il motore e i progetti tecnici, mentre a Lamborghini spettava il compito di realizzare le vetture. Arrivò anche una seconda commissione alla casa dall’esercito statunitense per un veicolo fuoristrada.
In ogni caso dopo alcuni anni bui l’azienda fu comprata nel 1981 dai fratelli Mimram (due ricchi imprenditori francesi) e l’attività finalmente riprese e si soddisfarono gli ordini della Countach. Venne anche deciso di rispolverare un vecchio progetto mai andato in porto di un prototipo di 4x4 ad uso militare. Nacque così la fuoristrada LM002, una potente off road equipaggiata con il V12 di Sant’Agata. Ma nel 1987 senza alcun preavviso i proprietari vendettero la società al colosso americano Chrysler, che conservò Gandini come designer e diede vita alla Diablo.
Dopo di che l’azienda cambiò proprietario (la visione di Chrysler era incompatibile con la filosofia costruttiva di Lamborghini) per la quarta volta in pochi anni finendo nella mani di Megatech nel 1994, una società indonesiana estranea all’industria automobilistica. La produzione continuò senza particolari problemi fino al 1998 quando per fortuna arrivò l’attuale proprietario. Audi rilevò infatti la società che tuttora detiene. La gamma attuale prevede una suv (la Urus) e due super sportive: la Aventador e la Huracán. Oltre alle serie speciali che vengono periodicamente presentate.