Nacque ufficialmente il 24 giugno 1910 a Milano con il marchio A.L.F.A. (semplicemente l’acronimo di "Anonima Lombarda Fabbrica Automobili"), sorto dalle ceneri della Società Italiana Automobili Darracq che produceva su licenza alcuni modelli della casa madre francese. Nel 1910 fu lanciato il primo modello, l'Alfa, 24 HP progettata da Giuseppe Merosi. In seguito, per l’esattezza nel 1918, cambiò nome in Alfa Romeo per via dell'acquisizione della società da parte dell’ingegnere Nicola Romeo. Nel corso della sua lunga e spesso fortunata storia, l’Alfa Romeo ha realizzato auto prototipi che hanno segnato profondamente la storia dell'industria automobilistica italiana. Ma in questi primi 110 anni la casa del Biscione ha anche prodotto veicoli commerciali, mezzi pubblici, motori marini e aeronautici. All’apice della sua capacità produttiva, negli Anni 70, l’Alfa Romeo poteva contare su 29.000 dipendenti distribuiti nei tre siti produttivi dell'epoca: Portello (Milano), Arese e Pomigliano d’Arco. Innumerevoli le affermazioni in campo sportivo con vittorie importantissime già a partire dagli anni ‘20, mentre nel 1950 e nel 1951 vinse le prime due edizioni del Campionato mondiale di Formula 1.
Impossibile elencare tutta l’attività dell’Alfa Romeo. È però doveroso segnalare almeno che dopo la parentesi della seconda guerra mondiale (periodo in cui l’azienda si dedicò alla costruzione anche di motori aeronautici) la casa del Portello tornò alle auto con grande determinazione nel 1950 fece debuttare la berlina 1900 che si rivelò decisiva per per risollevare le sorti dell'azienda. Dallo stabilimento iniziarono perciò a uscire migliaia di veicoli l'anno con una crescita costante: dalle 6.104 vetture del 1955, fino alle 57.870 unità del 1960. Poi arrivò la Giulietta che decretò il rilancio definitivo dell’azienda milanese.
Negli Anni 60, Alfa continuò a raccogliere successi con la Giulia (1962), proposta con diverse motorizzazioni e numerose varianti di carrozzeria. Altrettanto importante segnalare il debutto nel 1966 della spider soprannominata Duetto il cui successo oltrepassò i confini nazionali arrivando fino agli Stati Uniti. Nel 1972 esordì l'Alfasud, una vettura di categoria medio-piccola: fu la prima Alfa a trazione anteriore e fu la prima a montare un motore boxer.
Più tormentata la storia dell'Alfa Romeo negli anni a seguire, segnati da crisi aziendali che culminarono nel 1983 con la presentazione di quello che probabilmente fu il più grande flop dell'azienda: l’Arna, modello nato dalla collaborazione con la giapponese Nissan. Un insuccesso cui se ne aggiunsero altri (come la 90) che obbligarono il presidente dell’IRI, Romano Prodi (l’Alfa era un’azienda statale), a cedere il marchio a un gruppo privato. E nel 1986, dopo una battaglia con la Ford, la Fiat entrò in possesso dell’Alfa Romeo.
Primo modello del nuovo corso, la 156 a trazione anteriore, seguita dalla 166. Nel nuovo millennio l’Alfa Romeo fece debuttare altri modelli: dalla 147 alla più recente 159. Tutte per un motivo o per l’altro ottennero riconoscimenti significativi permettendo così ad Alfa di attraversare quegli anni con sufficiente serenità. Venendo a tempi più recenti, il modello più significativo è senza dubbio la nuova Giulia presentata nel 2015 sotto la guida di Sergio Marchionne, seguita un anno dopo dal lancio del primo suv del Biscione, la Stelvio. Nel 2020 il marchio ha festeggiato i primi 110 anni di vita: nei piani di sviluppo sono previste importanti novità come la suv compatta Tonale. Molto dipenderà però dagli assetti che assumerà il nuovo colosso industriale nato dalla fusione tra FCA e PSA.